Il grande sogno di Adriano Olivetti per Matera 

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di Alessandra Bia 

Una preziosa occasione: parlare di Michele Valori, dei Taccuini di architettura e della stagione del grande sogno di Adriano Olivetti per Matera. E' stata una grande emozione per me, ieri pomeriggio, intervenire alla presentazione del libro "Taccuini di architettura" di Michele Valori e un grande onore incontrare delle donne speciali: Valentina Tonelli Valori e Paola Valori che, insieme, hanno fondato l'Associazione Michele Valori per promuoverne la tutela e la memoria dell' opera architettonica e artistica, ma anche per sostenere le arti visive contemporanee.

Michele Valori è legato a Matera ed è legato ad una stagione italiana della pianificazione, quella della ricostruzione del secondo dopoguerra, dell' UNRRA CASAS, dell' INU e di Adriano Olivetti, una stagione profondamente caratterizzata da energie intellettuali positive, in cui la dimensione del sogno, delle visioni lungimiranti, della volontà di tracciare un futuro era una dimensione fortissima e contemplava nella progettazione l'etica, la comunità, una città ben pensata e ben costruita, la cultura intesa come espressione armonica di una comunità e come fautrice rivoluzionaria del progresso sociale ed economico.

Così scrive valori nel 1949: " L' architettura nasce dalla civiltà di un popolo, non dalla fantasia di un professore di disegno. Da un' industria attrezzata, da gabinetti sperimentati, da scuole serie e selezionatrici, dalla legge del buon rendimento, dall'esperienza, dalla ricerca, dall'educazione della gente, della società degli uomini d'affari, dall'onestà delle imprese, dal desiderio della pulizia, dell'ordine, della vita comoda e semplice; da buone, semplici sensate legislazioni, e da un minimo di fede nell'avvenire". Io credo che di fede nell'avvenire, dai progetti di Matera a quello del Corviale, ne avesse moltissima lui, come Olivetti e i grandi progettisti e utopisti di sempre, che pensano che progettare sia in qualche modo disegnare il futuro. L'opera di Valori è stata particolarmente legata ai progetti di edilizia pubblica, la sua poetica fondata su un connubio inscindibile tra etica, estetica, rigore metodologico. Scrive Benevolo: "Credo che nessuno abbia condotto più a fondo la ricerca per la qualificazione moderna delle strutture povere senza allentare nemmeno di poco il rigore metodologico imparato dai maestri."

Una figura legata a Matera per i progetti del Borgo La Martella (1952) con Federico Gorio, Ludovico Quaroni, Piero Maria Lugli, Luigi Agati e per “il progetto del borgo di Torre Spagnola”, vincitore di un concorso nazionale bandito dall’UNRRA Casas (1954, con Federico Gorio) Il progetto di Torre Spagnola di Valori, considerato da Leonardo Benevolo come la migliore invenzione di tutto il neorealismo italiano, non fu però mai eseguito.

Nell’elaborazione del piano urbanistico del borgo La Martella a Matera (1952/54) si espresse il suo impegno. La Martella è uno dei rioni sorti nella città in seguito alla legge che aveva disposto lo sfollamento dei Sassi di Matera e il cui progetto fu rifatto tre volte perchè passò al vaglio della popolazione dei Sassi che si sarebbe dovuta trasferire nel nuovo borgo e che fu consultata per la definizione delle tipologie edilizie più consone al suo modo di vivere.

Michele Valori, dunque, fu testimone attivo nei primi anni '50 di una stagione materana intensa che vide grandi personalità del mondo produttivo ed intellettuale dell' epoca lavorare insieme ad un nuovo assetto sociale ed urbanistico della città. Sono gli anni di Ettore Stella, Rocco Mazzarone, Rocco Scotellaro, Albino Sacco e Leonardo Sacco, di Don Giovanni Mele, della rivista "Basilicata", delle foto del francese Henri Cartier Bresson, gli anni della ricostruzione e delle utopie, gli anni delle sperimentazioni in un clima politico difficile e che remava contro un certo genere di innovazoni.

Nel 1951 Adriano Olivetti, Vice Presidente dell’UNRRA-CASAS e Presidente dell’INU, forma una commissione disciplinare per lo studio della città e dell’agro di Matera. Il Gruppo di studio pluridisciplinare è formato da Friedrich G. Friedmann, Giuseppe Isnardi (per la geografia),Francesco Saverio Nitti (storia), Tullio Tentori (etnologia), Eleonora Bracco (paleoetnologia), Federico Gorio e Ludovico Quaroni (urbanistica), Rocco Mazzarone (demografia), Lidia De Rita (psicologia), Giuseppe Orlando (economia) e Rigo Innocenti (assistenza sociale).

Michele Valori non a caso fu uno degli architetti urbanisti accanto a Ludovico Quaroni e il suo diario, intitolato Taccuini di architettura, pur non parlando di quella esperienza, ci dice moltissimo di un uomo sempre curioso, eticamente impegnato nel proprio mestiere di progettista, incapace di separare la vita professionale da quella interiore e con un convincimento: alla base di tutto deve esserci un' aspirazione: "Che significa amare ciò che facciamo? Significa donarsi interamente con la personalità per sforzarsi di perseguire interamente cioò che noi crediamo essere fermamente la verità e la giustizia e poi lasciare il giudizio a Dio", così scriveva nel 1953.

Taccuini di architettura è un libro che ci fornisce spunti di riflessione, sulle cose umane e sull' agire, ci lascia le impressioni sulle grandi città del mondo scritte dal grande architetto Valori durante le sue pause di viaggio, ci regala il modo delicato di amare le sue piccole figliole attraverso lettere e storie fantasiose scritte molto lontano da loro, e ci sorprende quando denuncia le mancanze o le tare della politica o dell' indifferenza della gente alla politica perchè sembra che stia scrivendo ora e non trenta, quaranta, cinquant'anni fa. Così scrive il 14 novembre del 1968: "(...) gli architetti non parlano più di architettura e non parlandone e non scrivendone finiscono col non farne.(...) Ma intanto si costruisce lo stesso e l' edilizia, quella che sanno fare tutti anche i costruttori pizzicagnoli o i costruttori fabbricanti di caramelle, dilaga ovunque".

Ieri ne abbiamo parlato invece tra persone curiose e di buona volontà, tra addetti ai lavori e studenti, tra pochissimi amministratori che hanno onorato la memoria e l' importanza di figure come quella di Valori senza fare passerelle e discorsi ma da normali cittadini. Da responsabile del GAi Provincia di Matera ho potuto raccontare il nuovo progetto del GAi: RiGenerAzioni Creative - Idee e progetti di giovani artisti abitano le città è un progetto pilota triennale di rigenerazione diffusa di spazi urbani in ambito culturale, economico, sociale e urbanistico, che il GAi sta portando avanti coinvolgendo 18 città associate.

Matera partecipa al progetto ed è tra le uniche tre città del Sud, insieme a Bari e Lecce, ad aver aderito. E in più i primi di luglio Matera ospiterà l' assemblea nazionale del Gai in cui il progetto di rigenerazioni creative verrà presentato al grande pubblico ed ai potenziali investitori. I 18 progetti sono legati da un filo rosso: i concetti di comunità, città e creatività Come vedete, sono concetti che ci accomunano con il modo di operare di personalità come Valori. Solo che ora, li applichiamo per rigenerare e non per costruire il nuovo. Abbiamo un patrimonio edilizio enorme che per incuria o per la naturale evoluzione delle cose ha perso la sua vocazione funzionale e produttiva e giace in stato di abbandono e disuso. Inutile costruire ancora, dobbiamo prenderci cura di quello che abbiamo già, rinnovandone il senso e il ruolo.

I progetti di rigenerazione urbana, anche in microinterventi diffusi sul territorio, presuppongono un incontro, un dialogo tra parti sociali diverse, col risultato di un maggiore senso della comunità e della partecipazione nei processi di policy making. Rigenerare aree della città parzialmente usate o quasi dimenticate significa ricostruire una complessa serie di relazioni, opportunità, processi. Ne deriva un inevitabile incremento della qualità della vita urbana e sociale, una crescita culturale attraverso le connessioni con una rete di contatti internazionali in cui l’arte fa da motore di sviluppo.

In particolare, il progetto del GAi Provincia di Matera propone "C Engine - Creative Engine" - Motore creativo e delle tecnologie per l' arte nei Sassi di Matera, che nasce dalla volontà di coprire un vuoto nella città di Matera. Candidata a Capitale Europea della Cultura 2019, Matera non ha, ad oggi, un contenitore permanente dedicato all’ esposizione, fruizione, produzione creativa dei giovani artisti e che faccia da riferimento anche per il territorio della provincia. Un incubatore e centro creativo introdurrebbe nella città nuove funzioni, nuovi flussi, nuove dinamiche di aggregazione sociale, modi di percepire i luoghi e di identificarvisi.

C Engine propone la rigenerazione di una chiesa rupestre d’ eccezione, sita nel Sasso Caveoso, per farne il primo centro ed incubatore creativo no-profit permanente nella città dei Sassi: un hub culturale, motore creativo e di cooperazione nazionale ed internazionale in campo artistico e culturale, con una governance pubblica e privata.

Infine, interessante,e desidero citarlo, il progetto pophub bas di casanetural, finanziato dal miur e già avviato in altre città, che ha lo scopo di censire su mappature e coinvolgendo la popolazione attraverso l'integrazione delle mappe e i social network, tutti gli edifici pubblici e privati abbandonati o in disuso. E' un progetto concreto, sostenibile, imprescindibile e encomiabile perchè la base per non sprecare inutili risorse e per dare spazi ad attività che uno spazio non ce l' hanno.

Grazie a Valentina Tonelli Valori, a Paola Valori, a Stefania Bellot Helfer e a Margherita Serra che ha organizzato questo prezioso incontro.